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escritto per Suzanne Yates in inglese liberamente tratto e tradotto di Gianpiero Brusasco

Quanto è utile concentrarsi sul dolore durante il parto? Recentemente ho letto che un neurologo segnala come le persone si stiano avvelenando prendendo pillole per il mal di testa e spesso peggiorano il loro mal di testa.

Il neurologo Russell Lane, avverte che l’uso ripetuto di farmaci a base di codeina è suscettibile di tradursi in una “cefalea da abuso di farmaci” – un mal di testa per tutto il giorno, ogni giorno (London Evening Standard 23 maggio 2014). Ciò indica quanto dolore venga percepito come una cosa “cattiva”, di cui dovremmo sbarazzarci.
Ma il dolore è semplicemente il nostro corpo che ci sta facendo sapere qualcosa. I mal di testa ci possono essere sia che siamo stanchi, stressati, si tenga una cattiva postura, non ci si muova abbastanza, o per una condizione fisica, o è l’espressione di qualcosa di emotivo.

Questa ossessione di doversi “sbarazzare del dolore” è diventata un fattore importante durante il parto. Spesso, quando le donne iniziano a parlare di parto, in cima ai loro pensieri ci sono domande come: ‘Spero di essere in grado di avere un parto naturale. Sarò in grado di sopportare il dolore?’

oppure ‘Perché dovrei soffrire? Dammi tutti i farmaci per contribuire ad alleviare il dolore’

oppure ‘Il dolore è un mito e se io sono abbastanza rilassata non sento alcun dolore’.

Certo è naturale essere preoccupate per come la nascita sarà. Si tratta di una esperienza che cambia la vita, ed una che la maggior parte delle donne avrà solo poche volte. Una prima nascita è un viaggio verso l’ignoto: il corpo non si è mai aperto prima in questo modo. Se il primo parto è stato traumatico allora ci saranno preoccupazioni su come sarà la nascita successivo.

Ma come abbiamo avuto l’idea che è prevalente il dolore e il trauma, invece dell’entusiasmo di accogliere un nuovo bambino nel mondo? E la meraviglia alla straordinaria potenza del corpo femminile che dà la nascita ad un nuovo essere? Nella maggior parte delle culture antiche la nascita era sacra, anche estatica, evento spesso celebrato con la danza e il canto e la donna era onorata come un essere potente.

Al contrario, oggi, per la maggior parte delle donne, la nascita è un evento medico. Piuttosto che avere luogo all’aperto o in casa, per la maggior parte delle donne avviene in ospedale. Solo il 2,3% delle donne nel Regno Unito ha dato i natali a casa nel 2012. È insolito per le donne in travaglio non ricevere alcuna forma di intervento medico se si include l’analgesia da parto, l’induzione del travaglio, forcipe o altro. Nel Regno Unito il tasso di TC da sola è del 25-30%, mentre in America Latina in alcune zone è fino all’80% e la media nazionale è del 40%. Secondo uno studio del 1995 del Dott. William Emerson, il 95% di tutte le nascite negli Stati Uniti può essere classificato come traumatico. Il 50% sono stati segnalati come trauma “moderato”, e il 45% come “gravi”.

Gli effetti di tutti questi interventi introdotti in un breve periodo di tempo, in gran parte dal 1950 in poi, è sconosciuta. In effetti potremmo sostenere che stiamo conducendo un enorme esperimento con la nascita che colpisce madri e bambini in modo incomprensibile. Un nuovo film, Microbirth, attualmente in fase di produzione sta esplorando questo cambiamento; la sua proiezione avverrà in anteprima mondiale a Bristol il 20 settembre.

Come può la nascita essere cambiata così tanto? Perché c’è così tanta paura e mancanza di fiducia nel nostro corpo e nella capacità di partorire?

Per certi versi è legato al vivere in una cultura in cui il dolore è visto come qualcosa da evitare, piuttosto che uno spunto per ascoltare il nostro corpo. Su un altro livello fondamentale, abbiamo assorbito il detto biblico ‘tu partorirai icon dolore!’ in cui le donne sono in qualche modo punite. Questo atteggiamento fa parte di una cultura che svaluta il potere delle donne: in particolare intorno alla nascita, che può essere spaventosa sia per gli uomini che per le donne.

Quindi, è il dolore in travaglio un mito o una realtà? E dovremmo cercare di evitarlo?

La realtà è che il dolore può o non può essere parte della nascita. Ogni donna, ogni bambino, ogni nascita è diversa.

 

 

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